
Curiosità
Taxi senza autista di Uber pronti a debuttare a Pittsburgh
Il caso Uber ha fatto parlare di sé in Italia, negli scorsi anni, con pareri contrastanti circa la comodità di questo servizio paragonata alla presunta concorrenza sleale che esso rappresenta per I tassisti. I tribunali di mezzo mondo si sono pronunciati, alcuni a favore ed alcuni contro, e tra quei paesi che si sono schierati per l’abolizione di Uber c’è stata anche l’Italia. Mentre I nostri cittadini non possono usufruire delle corse a basso prezzo offerte dai guidatori iscritti, tuttavia, dall’altra parte dell’oceano c’è chi si trova nella stessa condizione: non perché il servizio sia stato abolito, ma perché I guidatori hanno lasciato il posto alla guida autonoma!
PITTSBURGH CITTÀ PRESCELTA
La città di Pittsburgh, in Pennsylvania, è stata la prescelta per sperimentare il nuovo servizio di taxi che si guidano (quasi) da soli. É stata una scelta comunicata all’ultimo, per cogliere gli iscritti di sorpresa, ma frutto di un lungo percorso di avvicinamento: sono circa due anni, infatti, che il colosso dei trasporti economici su strada ha iniziato a lavorare su questo progetto. Mercoledì 14 settembre, gli abitanti di Pittsburgh hanno potuto provare per la prima volta questo servizio, che non ha comunque sostituito la versione tradizionale; sono stati quattro I veicoli lanciati sull’asfalto e guidati da un complesso sistema computerizzato, ed essi hanno trasportato gli utenti per tutta la giornata con risultati molto positivi.
La ragione per cui Uber, che ormai è una startup da 65 miliardi, è riuscita a raggiungere un vantaggio competitivo in questo mercato super concorrenziale, è che alcune funzionalità studiate per lo sviluppo dell’applicazione si sono rilevate molto utili per l’integrazione di un sistema di guida autonomo. Ad ogni modo, le rivali sono molto forti: Alphabet Inc (Google), Apple e Tesla su tutte sembrano le favorite in questa corsa alla nuova frontiera dell’automobilismo.
IL LIVELLO DI AUTONOMIA
Non si tratta della rivoluzionaria macchina in grado di guidare da sola su qualunque strada. Le auto predisposte, infatti, sono state programmate per l’area specifica dove si sono rese operative e non sarebbero in grado di funzionare in qualunque altra città. Inoltre, alla guida del veicolo si trovava comunque un equipaggio composto da due persone, in modo che esse intervenissero manualmente a colmare qualunque problema presentato dal funzionamento scorretto dell’intelligenza artificiale. Il risultato è che l’intervento umano è stato richiesto diverse volte, anche se tra un aggiustamento e l’altro sono trascorsi diversi chilometri di guida del tutto autonoma. Siamo ancora lontani dall’auto che ci porterà dappertutto mentre ci godiamo una pennichella, ma intanto fa impressione vedere come questi veicoli siano stati in grado di rispettare I semafori, le precedenze e gli attraversamenti pedonali. I problemi maggiori, invece, si riscontrano nell’esecuzione delle curve che risulta ancora difficoltosa in alcune occasioni.
LO SVILUPPO
Dietro allo sviluppo di questi quattro veicoli a guida autonoma c’è il lavoro di moltissime persone: la Carnegie Mellon University, prestigiosa università all’avanguardia nei sistemi informatici, insieme alla startup Otto inglobata da Uber hanno rappresentato due gruppi di lavoro fondamentali per riuscire a dar vita a questo sistema. Qual è il suo segreto? Si chiama Lidar, ed è un apparecchio in grado di mappare tutto quel che si trova intorno a sè tramite la proiezione rapidissima di un fascio di laser nello spazio circostante. L’auspicio è che, da questa base, si possano iniziare a raccogliere dei dati su strada, monitorando quel che accade durante tutti I test: una delle due persone che formano l’equipaggio, infatti, è un ingegnere che si occupa di registrare tutti I problemi riscontrati per permettere lo studio di soluzioni ancora più innovative.
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